Ci possono essere periodi o contesti di vita in cui ci si sente sotto pressione. Ci si sente addosso il dovere di avere una risposta per tutto e tutto sotto controllo. Momenti nei quali non ci si permette di sbagliare, di rallentare. Ci si sente affannati, offuscati, col fiato sul collo, come in quei sogni in cui qualcuno ci rincorre e noi scappiamo e scappiamo all’infinito.
I contesti possono essere diversi: potrebbe essere la scuola per un bambino o adolescente preoccupato dei voti e del giudizio di insegnanti, genitori e compagni. Oppure la squadra di calcio o ancora l’esibizione di danza. Potrebbe essere che ci sentiamo così al lavoro o a casa. Potremmo sentirci così perché stiamo vivendo in un periodo di instabilità economica e emergenza sanitaria. I contesti e i periodi sono molti e vari.
Imparare a rallentare, a lasciar andare qualcosa, a essere disponibili a sbagliare, a essere gentili e affettuosi con noi stessi, ad accettare che non tutto può essere controllato e previsto. Queste abilità ci possono sicuramente aiutare, vanno coltivate e curate. Ognuno le può imparare facendo percorsi diversi – sicuramente la terapia è uno di questi – e in tempi diversi. Ma ecco l’importante forse è arrivare a dirci più spesso che “E’ ok non avere tutte le risposte, super ok.”